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aperto a tutti i possessori gli appassionati della marca E-mail: TVR CAR CLUB UTALIA |
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Negli
anni cinquanta fiorirono in Gran Bretagna un vasto numero di piccole imprese
artigianali dedicate alla creazione di carrozzerie d’auto per uso agonistico
e turismo veloce. Questa attività era divenuta remunerativa fornendo al
cliente la possibilità di acquistare le carrozzerie in scatola di montaggio
(kit car), per evitare la famigerata “purchase tax”
, l’imposta governativa sull’acquisto di un’auto nuova. Tranquille
berline da famiglia, che avevano subito oltre agli sforzi bellici anche le
ingiurie della meteorologia britannica, venivano
convertite con facilità in vetture leggere dalle prestazioni sportive anche
grazie al largo uso di parti standardizzate tipico già allora tipico
dell’industria automobilistica britannica. Inoltre, la fine del conflitto
aveva reso anche disponibile lasciato manodopera specializzata
nella lavorazione della vetroresina. Questo nuovo materiale si era reso
prezioso per le sue qualità amagnetiche e per
l’estrema leggerezza e non richiedeva macchinari ed attrezzature e strumenti
particolari, tanto che per iniziare una produzione erano necessari solo una serie di stampi
ricavati, nella maggior parte dei casi, da maquette
di legno e gesso. Nonostante gli investimenti contenuti, poche delle aziende,
che si erano affacciate a questo mercato, sopravvissero alla cronica mancanza
di danaro tipica degli anni cinquanta. La
logica evoluzione di queste aziende fu la progressiva introduzione di nuovi
modelli per i quali si abbandonava l’uso di chassis di vetture di produzione in favore di telai specificatamente
disegnati, per maggior parte, da ingegneri aeronautici che la pace aveva reso
disoccupati. Leggerezza e rigidità furono parole d’ordine che si traducevano
in eccellenza di prestazioni e bassi costi. I
grandi gruppi fornivano motori, trasmissioni e quant’altro
assai di buon grado a questi piccoli costruttori che in cambio si facevano
spesso carico dell’ attività agonistica a tutti i
livelli. Collin Chapman (Lotus) è senza dubbio il prototipo ed il più famoso di questi piccoli costruttori, ma tanti altri nomi possono
essere fatti, Jem Marsh e
Frank Costin (Marcos) e via via fino a
personaggi come John Cooper
che riuscì a rivoluzionare anche nella formula uno, semplicemente
ridistribuendo i pesi con lo spostamento del motore dietro le spalle del
pilota. Trevor
Wilkinson
fu uno di questi costruttori. Armato più di passione che di competenze
tecniche, all’età di 23 anni fondò Nel 1948, Trevor Wilkinson si associò a
Jack Pickard, dando vita
alla TVR Engineering (acronimo del nome di battesimo del
fondatore TreVoR) e nel 1949 la prima sportiva TVR
venne alla luce, con grande sforzo dei due soci che fecero largo uso di parti
di seconda mano (tra cui un assale posteriore Moris
Eight ed un motore Ford a
valvole laterali di 1172 cc). La
prima vettura TVR poteva considerarsi avanzata per il suo tempo, facendo uso
di un telaio di disegno elementare e di una carrozzeria prodotti dalla casa.
Le vetture che seguirono, fino al 1957, non possono però considerarsi uscite
da una vera e propria produzione trattandosi infatti
di “special”, dove, di volta in volta, venivano assecondati i desideri
dell’acquirente che sceglieva il propulsore, gli allestimenti interni e
d’esterni e le carrozzerie. |
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Il 1958 fu un anno di svolta
per Nel
1958 infatti nasce
Il
progettista ha voluto, per la nuova vettura, un telaio tubolare a traliccio
al quale accoppiare una carrozzeria coupé due posti dalla linea accattivante. |
Grantura MkI (foto d’epoca) |
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Per
incrementare la rigidità torsionale, il gruppo propulsore, il cambio ed il
differenziale sono avviluppati nel telaio. Le
sospensioni indipendenti, di derivazione Volkwagen,
sono la parte meno soddisfacente della vettura ma
possono considerarsi adeguate ai tempi. I
motori disponibili sono diversi, Coventry Climax, Ford,
Mg e proprio il motore della MGa
diverrà lo standard per la versione MKII. Con Grantura |
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Con
Tutte
le vetture dimostrarono una tenuta di strada invidiabile ed i motori una potenza adeguata ma le carenze di
raffreddamento, che già si erano manifestate
in prova, posero presto fine alle velleità delle TVR sul circuito della Sartre. Anche oggi, dopo un mezzo secolo, queste MK II sono ancora protagoniste
nelle corse per vetture storiche. |
Una cartolina pubblicitaria per raccogliere fondi |
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Marco Malaguti |
Angelo De Angelis |
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Nel 1963 viene
introdotta Per
soddisfare i clienti sportivi che lamentavano l’inadeguatezza delle
sospensioni, il progettista ha voluto, per la nuova vettura, sospensioni
indipendenti a triangoli laterali anteriori e posteriori i cui attacchi sono utilizzati come elementi di chiusura delle
estremità del telaio stesso. Questa
felice soluzione progettuale rimarrà immutata nelle vetture degli anni
successivi. |
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Nel
1963 sull’onda di quanto già fatto da Carol Shelby in America con I telai AC creando Se
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!
I puristi dicono che I
nuovi modelli Vixen
nelle versioni S1-2-3-4 introdussero lievi varianti alla carrozzeria
soprattutto nella parte posteriore. Per quanto riguarda le motorizzazioni, i
buoni rapporti che si erano instaurati con Sul
telaio Vixen sono stati montati motori di cilindrate diverse. In
Gran Bretagna fu introdotta Il
motore Essex non riusciva a raggiungere i parametri
per le emissioni introdotte negli USA dove la
popolarità della Griffith suggeriva di affiancarle
un modello dal sapore più europeo. Nel
1972 la nuova TVR introduce la serie M caratterizzata da una nuova
carrozzeria. La
vettura appare meno compatta della Vixen che l’ha preceduta. Il passo e le
carreggiate sono simili e la linea è definitivamente meno “personale”. Anche questa
vettura montava tutte le motorizzazioni usate dalla Vixen fatta eccezione per
il Ford V8 la cui dismissione pose fine al marchio Griffith. La nuova M di fianco ad una Grantura, cambia ma non troppo! Come
la totalità delle piccole
factory auto inglesi del periodo, anche |
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Before printing, think about the Environment! |
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